venerdì 16 luglio 2010

Eduardo e Fatima, i nuovi padernesi

L'integrazione è un processo difficile e faticoso più per gli adulti che per i bambini. Lo dimostra questo servizio realizzato da una volontaria durante il suo periodo di servizio prestato in un Centro Estivo della città. I nuovi padernesi hanno nomi esotici e sono di diversi colori, ma tra loro si intendono benissimo. I giovani cittadini di Paderno Dugnano sono in continuo aumento e la città si prepara a diventare grazie al loro apporto multietnica, aperta, ricca, colta e accogliente. una città migliore. Anche i pregiudizi sono duri a morire.
a cura di Sara Laudicina.

Nonostante il tempaccio, i bambini hanno voglia di parlare di vacanze. “Nancy è partita...” constata Fairouz. “E' vero” interviene Sabrina, la facilitatrice culturale che gestisce, insieme alla maestra di sostegno Sebiana, questo piccolo corso di italiano, che più che un corso di italiano è un corso di informatica, dato che l'unica aula della scuola di Cassina Amata non occupata dal centro estivo comunale è proprio quella d'informatica.

“E' andata in Egitto a trovare i nonni e gli zii. Fortunata, là ci sarà bel tempo!”. Fatima, la sorella maggiore di Fairouz, interviene “Noi invece in Marocco ci andiamo il 16 di luglio!”. Sebiana sorride: anche lei, emigrata quasi tre anni fa dalla Sicilia, per le vacanze tornerà “in patria”. “Ezz, domani parti?” chiede Sabrina. Il minuscolo bimbo fa di no con la testa: suo padre deve finire un lavoro, partono tra qualche giorno.
Sebiana e Fairouz finiscono di incorniciare le foto che i bambini hanno pasticciato con Paint, poi ci trasferiamo nella ludoteca. Come al solito, Ezz prende dei giochi a caso e inizia a giocarci a caso, seduto solo soletto per terra. Eduardo e Fatima conquistano il calcetto, mentre Dalel e Fairouz smontano mezzo armadio per trovare Indovina Chi.
Sabrina, Sebiana e la sottoscritta, l'umile stagista, ci sediamo intorno ad un tavolino e tiriamo un sospiro di sollievo: oggi Sandra non c'è, il che significa che non dovremo passare l'intervallo a dividerla da Fatima, o ad evitare che lei ed Eduardo si prendano eccessivamente a male parole. Sì, perché per essere arrivata in Italia da meno di un anno, questa bambina, quasi ragazzina, di undici anni ha la lingua particolarmente lunga.
Grazie alla sua assenza, finalmente riusciamo anche a sentire la voce di sua sorella Dalel, timidissima bambina di nove anni, che usa la sorella maggiore come portavoce. E infatti, come volevasi dimostrare, il suo italiano è molto più zoppicante di quello di Sandra, anche se in realtà per essere emigrate dalla Tunisia da meno di un anno parlano fin troppo bene!
Le due sorelline dai lunghi capelli scuri sono in realtà le uniche del gruppo ad avere qualche problema con l'italiano: i genitori dell'altra coppia di sorelle sono emigrati dal Marocco più di dieci anni fa, e perciò le bambine sono nate in Italia, come Ezz.
Eduardo, un vivace ragazzino brasiliano, si è trasferito che aveva qualche anno, ed è probabilmente il più italiano di tutti, sicuramente più di noi tre maestre... basti pensare che conosce a menadito tutte le serie di tutti i cartoni animati in voga negli ultimi anni, mentre noi tre siamo rimaste a Holly e Benji e Sailor Moon.
Guardandoli giocare, ricapitolo mentalmente: sette bambini, cinque nuclei familiari, di cui due provenienti dall'Egitto, uno dal Marocco, uno dalla Tunisia ed uno dal Brasile; su sette bambini delle elementari, due sono arrivate da poco, tre sono nati qui, mentre gli altri due sono comunque in Italia da parecchi anni. Mi chiedo: quanto avrà di statistico questo laboratorio di informatica?
Come è noto, il Nord Italia, in quanto regione più ricca, attrae un maggior numero di stranieri in cerca di lavoro: infatti, se la percentuale nazionale di residenti stranieri è del 7.2%, in Lombardia si arriva al 9%. Può quindi sorprendere scoprire che il nostro Comune ha uno dei tassi di residenti originari di un altro paese più bassi della provincia: contro il 9% di Bresso e Cologno Monzese e l'8% di Cinisello, gli stranieri a Paderno Dugnano sono solo il 5.5% della popolazione (dati 2007). La provenienza geografica dei nuovi padernesi è molto diversificata: un quinto sono rumeni, poco meno del 15% provengono da Albania, Ecuador e Marocco, un decimo o poco meno sono cinesi, peruviani ed egiziani; più esigua invece (intorno al 4%) la presenza di immigrati provenienti da Senegal, Filippine e Ucraina.

Gli stranieri a Paderno sono quindi il 5.5% dei residenti totali: questo numero è tuttavia una media, che non tiene conto di importanti differenze all'interno del nostro comune. Analizzando la situazione quartiere per quartiere, scopriamo infatti che solo due di essi, Incirano e Palazzolo, hanno un tasso simile a quello dell'intero comune (entrambi si aggirano intorno al 5%); abbiamo quindi il 4% di residenti stranieri a Dugnano e Cassina Amata e addirittura il 3.5% a Paderno e Calderara. Possono quindi destare stupore percentuali così basse in un'area così vicina a Milano, soprattutto se raffrontati con l'ultimo dei quartieri di Paderno: nel Villaggio Ambrosiano la percentuale di stranieri è infatti il triplo di quella comunale: 18%.
Un dato importante per prevedere il futuro del nostro comune è quello sui bambini stranieri iscritti nelle nostre scuole per l'anno scolastico appena concluso: a seconda della fascia d'età, andiamo dal 10 al 15% degli iscritti totali. Inoltre, si nota come negli ultimi anni siano aumentatati significativamente i bambini stranieri, in particolare per quanto riguarda le scuole dell'infanzia, nelle quali sono passati in otto anni dal 2 al 15%: sono bambini, questi, molto probabilmente nati per la maggior parte in Italia, e che sono e saranno pertanto un'importante risorsa per la futura integrazione loro e delle loro famiglie. Sono le dodici e trenta. Accompagniamo i bambini nell'atrio, le mamme li stanno già aspettando. Attendiamo un paio di minuti che arrivi la mamma di Eduardo, poi saluto le maestre e mi avvio verso casa.
Nella via, costeggiata da bellissime villette, di fronte alla scuola, mi trovo davanti Fairouz e Fatima che tornano a casa con la loro mamma, una donna sempre cordiale e sorridente, che indossa una camicia a quadri ed un velo violetto. Fairouz, la piccolina, si gira a salutarmi ogni tre passi, e io intanto mi domando dove abitino: le strade, a Cassina Amata, non sono infinite, perciò è probabile che la loro casa sia dalle mie parti.
Automaticamente, penso all'enorme casermone grigio che troneggia, triste e un po' lugubre, nella via di fianco alla mia. Intanto, Fairouz è corsa avanti e si è fermata davanti ad un cancello. In pochi passi, mamma e sorella la raggiungono, aprono il cancello ed entrano. Curiosa, sbircio tra le sbarre di ferro e l'aiuola, solo un attimo, per non sembrare indiscreta; ma un attimo mi basta per vedere una semplice casetta, credo una villetta a schiera. Buttate in cortile ci sono due biciclette, mentre sotto il portico che ripara l'ingresso c'è un bambolotto. Sugli scalini di cemento, vedrei bene un cagnetto, di quelli beige e magrolini che abbaiano a chiunque.
Visto cosa succede a dar tutto per scontato? A quanto pare, è molto più difficile di quanto sembri, anche per me, considerare Fairouz e Fatima, ma anche Dalel, Eduardo e tutti gli altri, i nuovi padernesi.

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